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- La querela annunciata da John Elkann contro 'Porta a Porta' evidenzia una grave violazione della privacy attraverso l'uso non consensuale di droni per riprese aeree.
- Il Garante della Privacy, nel settembre 2021, ha legittimato l'uso di immagini riprese da droni a fini giornalistici, introducendo però delle cautele specifiche.
- La vicenda solleva questioni cruciali sul futuro della privacy nell'era digitale e sull'importanza di sviluppare tecnologie avanzate per la protezione dei dati personali.
La recente querela annunciata da John Elkann, presidente di Exor, contro la trasmissione televisiva “Porta a Porta” ha sollevato numerose questioni relative alla privacy, all’uso dei droni per fini giornalistici e alla tutela dell’immagine personale e familiare. La controversia ha origine da un episodio in cui una troupe televisiva ha utilizzato un drone per effettuare riprese aeree della residenza torinese di Elkann, senza il suo consenso. Questo atto è stato percepito come una grave violazione della privacy da parte di Elkann e della sua famiglia, che include anche tre minori.
I legali di Elkann, Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re, hanno espresso forte disappunto per l’accaduto, sottolineando come l’intrusione sia stata realizzata dalla TV di Stato e annunciando una querela contro tutti i soggetti responsabili. Hanno inoltre diffidato la redazione di “Porta a Porta” dal reiterare simili comportamenti e dall’utilizzare le immagini ottenute.
La risposta da parte della trasmissione non si è fatta attendere, precisando che il filmmaker, dotato di regolare licenza di volo, ha cessato le riprese dopo l’invito della sicurezza di casa Elkann e che le immagini acquisite non sono state e non saranno trasmesse. La trasmissione ha anche fatto riferimento a una nota del Garante della Privacy del settembre 2021, che legittima l’uso di immagini riprese da droni a fini giornalistici, con alcune cautele.
Il contesto mediatico e legale
La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di attenzione mediatica nei confronti della famiglia Agnelli-Elkann, legata a questioni giudiziarie riguardanti l’eredità di Marella Caracciolo, vedova dell’Avvocato Gianni Agnelli. Gli avvocati di Elkann hanno sottolineato come l’attuale clima di aggressione mediatica esorbiti dai confini del diritto di cronaca e di critica, conferendo loro il mandato di tutelare la reputazione di John, Lapo e Ginevra Elkann attraverso opportune iniziative giudiziarie.
La questione dell’eredità Agnelli ha visto anche la presentazione di un’istanza di riesame contro il nuovo sequestro disposto dalla procura di Torino, con un precedente provvedimento parzialmente annullato dal tribunale del Riesame. Questo aspetto legale si intreccia con la controversia mediatica, evidenziando la complessità delle dinamiche in gioco.
Le implicazioni sulla privacy e l’uso dei droni
La querela di Elkann contro “Porta a Porta” solleva questioni importanti riguardanti la privacy e l’uso dei droni per fini giornalistici. Sebbene il Garante della Privacy abbia chiarito che l’uso di droni a fini giornalistici è legittimo, con le dovute cautele, la ripresa di luoghi di privata dimora, specialmente dove abitano minori, è considerata vietata in assoluto. Questo principio è sottolineato dalla Costituzione, che tutela l’inviolabilità del domicilio con la sanzione penale.
La vicenda evidenzia la necessità di bilanciare il diritto alla libertà di espressione e di informazione con il diritto alla privacy e alla protezione della vita privata. In questo contesto, l’uso responsabile dei droni e la sensibilità nei confronti delle persone coinvolte diventano aspetti fondamentali da considerare per i professionisti dei media.
Bullet Executive Summary
In conclusione, la querela di John Elkann contro la trasmissione “Porta a Porta” per l’uso di un drone nella ripresa della sua residenza pone in evidenza la tensione tra il diritto alla privacy e l’uso delle tecnologie moderne nei racconti giornalistici. Questo episodio sottolinea l’importanza di una regolamentazione chiara e di linee guida etiche nell’uso dei droni per fini giornalistici, in modo da proteggere la privacy individuale senza soffocare il diritto di cronaca. Sul piano tecnologico, la questione invita a riflettere sull’evoluzione dei dispositivi di sorveglianza e sulla loro crescente capacità di penetrare nella sfera privata, sollevando interrogativi cruciali sul futuro della privacy nell’era digitale e sulla necessità di sviluppare tecnologie avanzate che garantiscano la sicurezza e la protezione dei dati personali.