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Ocean tech: come la tecnologia sta rivoluzionando l’esplorazione e la salvaguardia degli oceani

Un'analisi approfondita delle ultime innovazioni nel settore Ocean Tech, dalle esplorazioni sottomarine con robot dotati di IA allo sfruttamento sostenibile delle energie rinnovabili marine, con un focus sulle opportunità e le sfide per un futuro oceanico più sostenibile.
  • Nel giugno 2024, un workshop ha evidenziato la sperimentazione di veicoli autonomi dotati di intelligenza artificiale per l'esplorazione sottomarina.
  • Grazie all'utilizzo di robot durante il monitoraggio della Trans Adriatic Pipeline (Tap), è stata ritrovata una nave greca affondata risalente a circa duemila anni fa.
  • L'Italia si posiziona come leader nella robotica marina, con progetti all'avanguardia e aziende specializzate nello sviluppo di Auv, Rov, droni navali di superficie e droni aerei per applicazioni marine.

La corsa all’innovazione tecnologica non conosce confini, e l’oceano, da sempre considerato un territorio inesplorato e misterioso, è diventato il nuovo campo di battaglia per ingegneri, scienziati e visionari. La rivoluzione Ocean Tech è in atto, un’onda di progresso che promette di trasformare radicalmente il nostro rapporto con il mare, offrendo soluzioni all’avanguardia per l’esplorazione, lo sfruttamento sostenibile delle risorse e la tutela degli ecosistemi marini.

Esplorazione sottomarina: la frontiera blu

L’esplorazione sottomarina, un tempo appannaggio esclusivo di audaci sommozzatori e costose spedizioni scientifiche, sta vivendo una vera e propria rinascita grazie all’avvento di tecnologie innovative. I robot subacquei, in particolare, si sono rivelati strumenti insostituibili per l’esplorazione di ambienti inaccessibili all’uomo, permettendo di svelare i segreti nascosti nelle profondità marine. Questi veicoli autonomi sottomarini (AUV) e veicoli operati da remoto (ROV), equipaggiati con intelligenza artificiale, sono in grado di navigare in sicurezza attraverso i fondali oceanici, raccogliendo dati preziosi e monitorando infrastrutture critiche come gasdotti e cavi di comunicazione.

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Nel giugno 2024, un workshop organizzato dal Centro interuniversitario Isme dell’Università di Genova e dalla Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine ha fatto il punto sullo stato dell’arte delle tecnologie subacquee, evidenziando la sperimentazione di veicoli autonomi dotati di intelligenza artificiale. In questo contesto, Leonardo, azienda leader nel settore, sta sviluppando tecnologie digitali avanzate basate sull’Ia, l’automazione, l’elaborazione dei dati e la gestione delle informazioni, con l’obiettivo di garantire la sorveglianza e il controllo degli spazi di superficie e subacquei.

Un esempio emblematico di come la tecnologia possa contribuire all’esplorazione sottomarina è il ritrovamento di una nave greca affondata, risalente a circa duemila anni fa, durante un’attività di monitoraggio della Trans Adriatic Pipeline (Tap). Grazie all’utilizzo di robot, è stato possibile individuare e recuperare parte del carico, composto da anfore e oggetti preziosi, testimonianza di un passato che riemerge dagli abissi. Questa scoperta sottolinea come l’esplorazione sottomarina non sia solo una questione di progresso tecnologico, ma anche un’opportunità per arricchire il nostro patrimonio culturale e storico.

Robotica marina: gli automi al servizio dell’oceano

La robotica marina, un settore in rapida espansione, sta aprendo nuove frontiere nell’esplorazione, nel monitoraggio e nella gestione degli oceani. L’Italia, grazie a progetti di ricerca all’avanguardia e alla presenza di aziende specializzate, si sta posizionando come uno dei leader in questo campo.

I robot marini si dividono principalmente in tre categorie: robot subacquei (Auv e Rov), droni navali di superficie e droni aerei per applicazioni marine. I primi sono impiegati per l’esplorazione scientifica dei fondali, l’ispezione di scafi di navi, il controllo di impianti eolici off-shore e di piattaforme petrolifere, la sorveglianza di tubazioni e cavi sottomarini e la mappatura di parchi archeologici subacquei. I droni navali di superficie, invece, sono utilizzati per il monitoraggio della qualità delle acque, la sorveglianza delle coste e i rilievi idrografici, mentre i droni aerei per applicazioni marine sono impiegati per attività di intelligence, per la ricerca di sversamenti di inquinanti e per il soccorso in mare.
Il Sea Drone Tech Summit, un importante evento che si tiene annualmente in Italia, rappresenta un’occasione unica per riunire esperti del settore, fare il punto sullo stato dell’arte delle tecnologie e favorire la collaborazione tra enti pubblici civili e militari, università, centri di ricerca, aziende specializzate e startup innovative. La Marina Militare italiana è particolarmente attiva in questo settore, con progetti come il nuovo Polo nazionale della dimensione subacquea (Pns) di La Spezia e la futura nave porta-droni “Sciamano”, a testimonianza dell’importanza strategica della robotica marina per la sicurezza e la difesa del territorio.

*Lo sviluppo della robotica marina rappresenta una sfida tecnologica complessa, ma anche un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro e stimolare la crescita economica*. Le applicazioni di questi automi sono molteplici e in continua evoluzione, e il loro impatto sulla gestione degli oceani sarà sempre più significativo nel futuro.

Energie rinnovabili oceaniche: l’onda verde del futuro

L’energia oceanica, una fonte di energia rinnovabile ancora poco sfruttata, racchiude in sé un potenziale enorme per contribuire alla transizione verso un futuro energetico più sostenibile. Le tecnologie per sfruttare l’energia del mare sono diverse e includono l’energia delle onde, l’energia maremotrice, l’energia delle correnti marine, l’energia termica oceanica (Otec) e l’energia osmotica.

L’Italia, pur essendo all’avanguardia nella ricerca sulle energie rinnovabili marine, sconta una mancanza di infrastrutture adeguate per lo sfruttamento di queste risorse. La burocrazia e i costi elevati rappresentano ostacoli significativi allo sviluppo del settore, ma gli incentivi governativi e gli investimenti privati potrebbero accelerare la realizzazione di progetti innovativi.
Nonostante le sfide, l’energia oceanica offre numerosi vantaggi, tra cui la riduzione delle emissioni di gas serra, la diversificazione delle fonti energetiche e la creazione di nuove opportunità di lavoro. Il Pewec (Pendulum Wave Energy Converter), ad esempio, è un sistema galleggiante che sfrutta l’oscillazione delle onde per produrre energia elettrica, mentre Kobold e Gem sono prototipi di turbine sottomarine in grado di sfruttare l’energia delle correnti marine.

Lo sviluppo delle energie rinnovabili oceaniche rappresenta una sfida complessa, che richiede un approccio multidisciplinare e la collaborazione tra diversi attori, ma anche un’opportunità unica per creare un futuro energetico più pulito e sostenibile.

Verso un futuro oceanico sostenibile

L’Ocean Tech non è solo una questione di tecnologia, ma anche di responsabilità. La salvaguardia degli ecosistemi marini e la promozione di uno sviluppo sostenibile degli oceani sono imperativi etici che non possiamo ignorare. Progetti come EcoMonitoring, che unisce intelligenza artificiale, robotica e tecnologie satellitari per il monitoraggio ambientale, dimostrano come la tecnologia possa essere utilizzata per proteggere l’ambiente e prevenire i danni causati dall’inquinamento, dal degrado ambientale e dai cambiamenti climatici.

I droni, equipaggiati con sensori Iot, sono in grado di raccogliere dati preziosi sulla qualità dell’acqua, la presenza di inquinanti e lo stato degli habitat marini, mentre le immagini satellitari, combinate con algoritmi di machine learning, consentono di monitorare fenomeni naturali come tempeste e cambiamenti nei letti dei fiumi. L’elaborazione dei dati in tempo reale, grazie all’utilizzo dell’Edge Computing e di algoritmi avanzati di Deep Learning, permette di rilevare minacce ambientali in modo tempestivo e generare avvisi immediati.
L’Ocean Tech rappresenta una sfida complessa, ma anche un’opportunità unica per costruire un futuro oceanico sostenibile, in cui la tecnologia sia al servizio dell’ambiente e del progresso umano.
Amici, se siete arrivati fin qui, significa che siete affascinati dall’Ocean Tech tanto quanto me. Ma vi siete mai chiesti come funzionano, a livello base, tutte queste meraviglie tecnologiche? Beh, la risposta è più semplice di quanto pensiate: alla base di tutto c’è la sensoristica. I sensori sono dispositivi in grado di rilevare variazioni fisiche o chimiche nell’ambiente circostante e di trasformarle in segnali elettrici interpretabili da un computer. Esistono sensori di ogni tipo, in grado di misurare temperatura, pressione, salinità, presenza di sostanze inquinanti, ecc.

Se poi vogliamo fare un passo avanti, possiamo parlare di reti neurali artificiali, una tecnologia avanzata che sta rivoluzionando il mondo dell’Ocean Tech. Le reti neurali sono modelli matematici ispirati al funzionamento del cervello umano, in grado di apprendere dai dati e di prendere decisioni in modo autonomo. Grazie alle reti neurali, i robot marini possono navigare in modo intelligente, i sistemi di monitoraggio ambientale possono rilevare anomalie in tempo reale e i modelli previsionali possono anticipare gli effetti dei cambiamenti climatici sugli oceani.

Ma al di là degli aspetti tecnici, l’Ocean Tech ci pone di fronte a una domanda fondamentale: quale futuro vogliamo per i nostri oceani? Vogliamo continuare a sfruttare le risorse marine in modo insostenibile, oppure vogliamo abbracciare un approccio più responsabile e consapevole, in cui la tecnologia sia al servizio dell’ambiente e del progresso umano? La risposta a questa domanda dipende da noi, dalle nostre scelte e dal nostro impegno. Ricordiamoci sempre che gli oceani sono un patrimonio prezioso, da proteggere e da valorizzare per le future generazioni.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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