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- Il settore fintech ghanese è cresciuto del 26% nel 2024.
- Previsti 9 milioni di posti di lavoro digitali e 4 miliardi di dollari di fatturato entro il 2030.
- Il progetto di digitalizzazione delle tasse a Chicago è in ritardo di 5 anni.
La promessa tecnologica del Ghana: miraggio o realtà?
Il Ghana, spesso acclamato come la “Silicon Savannah” africana, si trova al centro di un acceso dibattito: è davvero un’oasi di innovazione tecnologica in crescita, oppure si tratta di un’immagine distorta e sopravvalutata? La retorica dominante dipinge un quadro idilliaco, con una popolazione giovane e tecnologicamente esperta, un’espansione costante della connettività internet e un governo apparentemente determinato a promuovere la trasformazione digitale. L’enfasi posta dal ministro delle Comunicazioni, Sam George Nartey, sul settore tecnologico come “pilastro centrale” della ripresa economica ghanese, insieme all’ambizioso programma “1Million Coders” volto a formare un milione di giovani nel campo delle competenze digitali, contribuiscono a creare un’aura di ottimismo e potenziale illimitato. Tuttavia, dietro questa facciata di progresso e promesse, si celano sfide complesse e realtà scomode che meritano un’analisi più approfondita.
Le aziende multinazionali, come Mastercard, non si lasciano sfuggire l’opportunità di investire in questo mercato emergente, aprendo sedi ad Accra e promettendo “soluzioni su misura” e “inclusione finanziaria”. Ma è lecito chiedersi se questi investimenti porteranno benefici duraturi all’ecosistema tecnologico locale o si limiteranno a sfruttare il potenziale del mercato ghanese, lasciando dietro di sé un panorama digitale impoverito. L’afflusso di capitali si concentra principalmente nel settore fintech, che ha registrato una crescita del 26% nel 2024, in controtendenza rispetto al calo generale degli investimenti tecnologici in Africa. Questa dipendenza eccessiva da un singolo settore solleva interrogativi sulla sostenibilità e sulla diversificazione dell’economia digitale ghanese. Come ha sottolineato Samuel Aluko di KPMG, è necessario valutare attentamente questa concentrazione per evitare di costruire un sistema fragile e sbilanciato.
Il caso di Dash, una società fintech che ha dovuto chiudere i battenti, serve da monito sui rischi di un’eccessiva euforia e sulla necessità di una solida governance aziendale. La trasparenza e l’affidabilità finanziaria sono fondamentali per mantenere la fiducia degli investitori e garantire la stabilità a lungo termine del settore. Inoltre, la minaccia incombente della criminalità informatica, con un aumento allarmante dei casi di ricatto online e frodi finanziarie, evidenzia la vulnerabilità di un’economia digitale in rapida espansione. La costruzione di un’infrastruttura digitale sicura e resiliente è essenziale per proteggere i cittadini e le imprese dalle minacce informatiche. Il panorama descritto suggerisce che il percorso del Ghana verso la creazione di una “Silicon Savannah” è irto di ostacoli e richiede un approccio cauto e consapevole, che tenga conto delle sfide reali e dei rischi potenziali.

Le sfide concrete delle startup ghanesi
Oltre all’entusiasmo iniziale e agli investimenti promettenti, le startup ghanesi si trovano ad affrontare una serie di ostacoli concreti che ne ostacolano la crescita e lo sviluppo. L’accesso limitato ai finanziamenti rappresenta una delle sfide più significative, con difficoltà nell’attirare capitali a causa della loro natura di nuove imprese e del rischio percepito dagli investitori. La carenza di meccanismi di venture capital e di angel investing aggrava ulteriormente questa situazione, limitando le opportunità di crescita per le startup innovative. Come evidenziato dall’Enterprise Bureau, molte invenzioni e innovazioni non riescono a trasformarsi in imprese sostenibili a causa della mancanza di supporto e incubazione.
Un altro fattore critico è rappresentato dalle lacune nel quadro legislativo e normativo, che non offre un ambiente favorevole all’imprenditorialità. La complessità burocratica, la mancanza di chiarezza normativa e la lentezza dei processi decisionali possono scoraggiare gli imprenditori e ostacolare la creazione e lo sviluppo di nuove imprese. A ciò si aggiungono le limitazioni infrastrutturali, che rappresentano un freno alla crescita del settore tecnologico. La scarsa qualità delle reti internet, l’accesso limitato all’energia elettrica e le carenze nei trasporti e nelle comunicazioni rendono difficile per le startup operare in modo efficiente e competitivo.
Inoltre, il divario di competenze nel campo delle STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) e dell’ICT (tecnologie dell’informazione e della comunicazione) rappresenta una sfida significativa. La mancanza di professionisti qualificati in questi settori limita la capacità delle startup di innovare e di sviluppare prodotti e servizi competitivi. La scarsa coordinazione tra i diversi attori dell’ecosistema, come le università, i centri di ricerca, le imprese e le istituzioni governative, ostacola la creazione di sinergie e la condivisione di conoscenze e risorse. Come sottolineato da Digilogic Africa, è necessario un maggiore coordinamento e una collaborazione più efficace tra tutti gli stakeholders per promuovere lo sviluppo dell’ecosistema startup in Ghana. Nonostante queste sfide, il Ghana ha compiuto progressi significativi nella creazione di un ecosistema startup dinamico e in crescita. L’implementazione di politiche come il National Entrepreneurship and Innovation Plan (NEIP) e l’attrazione di investimenti diretti esteri hanno contribuito a promuovere lo sviluppo del settore tecnologico. La presenza di incubatori e acceleratori come MEST Africa, Ghana Tech Lab e iSpace offre alle startup un ambiente di supporto e mentoring, fornendo loro le competenze e le risorse necessarie per crescere e competere nel mercato globale. Il Ghana è considerato un hub attraente per gli investimenti nel settore della logistica, ma continua a registrare un deficit di competenze in ambito STEM e ICT. Si prevede che il Ghana offrirà 9 milioni di posti di lavoro digitali e quasi 4 miliardi di dollari di potenziale di fatturato entro il 2030.
Uno sguardo oltreoceano: il caso di Chicago
Mentre il Ghana aspira a diventare un polo tecnologico di riferimento, è utile confrontare la sua situazione con quella di centri più consolidati, come Chicago. Anche in contesti apparentemente più avanzati, lo sviluppo tecnologico può incontrare ostacoli e difficoltà. L’esperienza di Chicago, con il suo travagliato progetto di rinnovamento tecnologico del sistema di tassazione immobiliare della contea di Cook, ne è un esempio emblematico. Milioni di dollari spesi, anni di ritardi e un fornitore (Tyler Technologies) apertamente criticato dalle autorità locali testimoniano le sfide complesse legate alla gestione di progetti tecnologici di vasta portata. Il progetto, con un ritardo di cinque anni e numerosi difetti, solleva interrogativi sull’efficacia della pianificazione e dell’esecuzione di iniziative tecnologiche complesse.
La presidente della contea di Cook, Toni Preckwinkle, ha riconosciuto le difficoltà incontrate, ma ha sottolineato la necessità di modernizzare un sistema informatico obsoleto e inadeguato. Questa situazione evidenzia una problematica comune a molti enti pubblici: la transizione dai sistemi tradizionali all’era digitale può essere un processo lungo, costoso e pieno di insidie. Paradossalmente, Tyler Technologies, l’azienda al centro delle polemiche per il progetto fallimentare di Chicago, è diventata un leader nazionale nel settore della tecnologia per gli enti locali, accumulando ingenti profitti. Questo paradosso mette in luce come anche un progetto disastroso possa rappresentare un trampolino di lancio per il successo di un’azienda.
Il confronto tra il Ghana e Chicago evidenzia un aspetto fondamentale: il progresso tecnologico non è un percorso lineare e privo di ostacoli. Anche in città con infrastrutture consolidate e accesso a talenti qualificati, possono verificarsi errori e fallimenti. Il Ghana, quindi, dovrebbe trarre insegnamento sia dai successi che dagli insuccessi di altri centri tecnologici, evitando di concentrarsi esclusivamente sull’attrazione di investimenti e prestando maggiore attenzione alla gestione efficace dei progetti, alla trasparenza e alla responsabilità. Le difficoltà incontrate a Chicago sottolineano l’importanza di una solida gestione dei progetti e di un controllo efficace sui fornitori. Il Ghana ha bisogno non solo di sviluppatori di software, ma anche di manager esperti in grado di navigare le complessità dei progetti tecnologici su larga scala e di garantire il rispetto degli accordi contrattuali. Il programma “1Million Coders” rappresenta un’ottima iniziativa, ma deve essere affiancato da programmi di sviluppo della leadership e delle competenze manageriali.
Il Ghana nel panorama tecnologico globale: una prospettiva africana
Il Ghana ambisce a competere con i grandi nomi del settore tecnologico, come la Silicon Valley, Londra e Tel Aviv. Tuttavia, è necessario essere realistici e riconoscere che Accra non è ancora in grado di rivaleggiare con San Francisco. Mentre i media internazionali mainstream, come Wired e TechCrunch, dedicano solo occasionalmente la loro attenzione al continente africano, le notizie tecnologiche rilevanti per il Ghana e per l’intera Africa sono divulgate principalmente da pubblicazioni specializzate come TechCabal, Techpoint Africa e Tech in Africa. Queste voci locali comprendono meglio il contesto specifico, le sfide uniche e le autentiche innovazioni che si verificano sul territorio africano.
Ciò non significa che il settore tecnologico ghanese sia irrilevante a livello globale. L’interesse crescente da parte di investitori internazionali, come Mastercard, dimostra un riconoscimento crescente del potenziale africano. Tuttavia, è fondamentale evitare di misurare il successo esclusivamente con parametri occidentali. Il Ghana deve definire il proprio percorso, costruire un ecosistema unico e celebrare i propri risultati. Confrontare il Ghana con Chicago, come abbiamo fatto in precedenza, è utile per comprendere le sfide dello sviluppo tecnologico. Tuttavia, confrontare la presenza mediatica del Ghana con quella degli Stati uniti evidenzia la necessità di una maggiore visibilità e riconoscimento sulla scena globale. Le startup ghanesi devono raccontare le proprie storie, non solo ai media africani, ma al mondo intero.
In definitiva, il successo della “Silicon Savannah” ghanese dipenderà dalla sua capacità di costruire un ecosistema sostenibile e inclusivo che soddisfi le esigenze della sua popolazione. Non si tratta di diventare una copia economica della Silicon Valley, ma di creare qualcosa di unico, che rifletta il dinamismo e la resilienza dello spirito africano. E questa storia deve essere raccontata, forte e chiara, al mondo intero.
Dalla promessa all’azione: il futuro del tech in Ghana
In definitiva, la trasformazione del Ghana in una vera “Silicon Savannah” non è solo una questione di investimenti e competenze tecniche. Richiede un cambiamento culturale, un impegno collettivo e una visione strategica a lungo termine. Il governo, le imprese, le università e la società civile devono collaborare per creare un ambiente favorevole all’innovazione, all’imprenditorialità e alla crescita sostenibile. È necessario investire nell’istruzione, nella formazione professionale e nello sviluppo delle competenze, per garantire che la forza lavoro ghanese sia preparata per le sfide e le opportunità del futuro digitale. È fondamentale promuovere la diversificazione economica, incoraggiando lo sviluppo di settori tecnologici al di là del fintech e sostenendo la creazione di imprese innovative in ambiti come l’agricoltura, la sanità, l’energia e l’ambiente.
È essenziale rafforzare la governance, la trasparenza e la responsabilità, per garantire che le risorse siano utilizzate in modo efficiente ed efficace e che gli investimenti portino benefici duraturi alla società ghanese. Bisogna creare un quadro normativo chiaro e stabile, che favorisca l’innovazione e l’imprenditorialità, proteggendo al contempo i diritti dei consumatori e la sicurezza dei dati. Il Ghana ha il potenziale per diventare un modello di sviluppo tecnologico inclusivo e sostenibile per l’intera Africa. Ma per realizzare questa visione, è necessario superare le sfide, sfruttare le opportunità e abbracciare un futuro digitale che sia al servizio del progresso e del benessere di tutti i cittadini.
Ecco, se ti stai chiedendo cosa c’entra tutto questo con la tecnologia, pensa solo a quanto è importante la connettività internet per far decollare un ecosistema di startup. Senza una connessione affidabile e veloce, come fai a scaricare codice, a comunicare con i clienti o a cercare informazioni? È come cercare di correre una maratona con le scarpe slacciate!
E se vogliamo spingerci un po’ più in là, immagina di poter utilizzare l’intelligenza artificiale per analizzare i dati di mercato in tempo reale e individuare le opportunità di business più promettenti in Ghana. Oppure, pensa a come la blockchain potrebbe garantire la trasparenza e la sicurezza delle transazioni finanziarie, riducendo i rischi di frode e corruzione. La tecnologia può davvero fare la differenza, ma è necessario utilizzarla in modo intelligente e responsabile.
E tu, cosa ne pensi? Credi che il Ghana possa davvero diventare la prossima Silicon Savannah? Quali sono le sfide più importanti da affrontare? E come possiamo assicurarci che il progresso tecnologico porti benefici a tutti, e non solo a pochi privilegiati?
- L'incontro tra l'ambasciatrice italiana e il ministro ghanese per l'iniziativa digitale.
- Comunicato stampa sull'apertura della sede Mastercard in Ghana, importante per l'economia digitale.
- Profilo di Samuel Aluko, partner KPMG, offre informazioni sul suo ruolo e competenze.
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