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Ue contro Apple: app store viola il mercato digitale, indagine in corso

La Commissione Europea avvia una nuova procedura contro Apple per non conformità al Digital Markets Act, con potenziali multe fino al 10% del fatturato. Ecco le implicazioni per l'azienda di Cupertino.
  • Apple rischia una multa fino al 10% del fatturato globale, che nel 2023 è stato di 383 miliardi di dollari.
  • La Commissione Europea ha avviato una procedura di non conformità contro Apple riguardo alla nuova Core Technology Fee.
  • Il lancio di Apple Intelligence in Europa è stato ritardato a causa delle normative del Digital Markets Act, con alcune funzioni posticipate fino al 2025.

L’accusa di non conformità al Digital Markets Act (DMA) rappresenta la terza indagine per l’azienda di Cupertino, che dovrà cambiare le regole dell’App Store o affrontare il rischio di una maxi-multa fino al 10% del fatturato, che nel 2023 è stato di 383 miliardi di dollari. Questa situazione intensifica il braccio di ferro tra Apple e l’Unione Europea. La Commissione Europea, dopo le indiscrezioni del Financial Times, ha comunicato ad Apple la sua opinione preliminare secondo cui le regole dell’App Store violano il Digital Markets Act (DMA), impedendo agli sviluppatori di app di indirizzare i consumatori verso canali alternativi per offerte di contenuti. Il tema del DMA è collegato anche allo slittamento del lancio dell’Intelligenza Artificiale di Apple nel continente.

La Commissione ha avviato una nuova procedura di non conformità contro Apple per timore che i nuovi requisiti contrattuali per gli sviluppatori di app di terze parti e gli app store, inclusa la nuova Core Technology Fee di Apple, non garantiscano l’effettiva conformità al DMA. Questo è il primo caso aperto dall’Ue legato al DMA, ma ci sono altri quattro casi di aziende che non rispettano i requisiti, già sotto la lente di Bruxelles dallo scorso marzo.

La posizione della Commissione Europea

La vice presidente della Commissione europea delegata all’Antitrust, Margrethe Vestager, ha dichiarato: «Oggi è un giorno importante per l’efficace applicazione del DMA: abbiamo inviato i risultati preliminari ad Apple. La nostra posizione preliminare è che Apple non consente completamente lo “steering”», intendendo con “steering” la possibilità di indirizzamento degli utenti verso canali alternativi. Vestager ha aggiunto: «La direttiva è fondamentale per garantire che gli sviluppatori di app siano meno dipendenti dagli app store dei gatekeeper e che i consumatori siano consapevoli di offerte migliori. Abbiamo aperto procedimenti contro Apple riguardo alla commissione tecnologica di base e alle regole per consentire app store di terze parti e il sideloading. La comunità degli sviluppatori e i consumatori sono desiderosi di offrire alternative all’App Store. Indagheremo per assicurarci che Apple non mini questi sforzi».

La Core Technology Fee e le sue implicazioni

Uno dei punti che l’Ue ritiene non accettabili riguarda la Core Technology Fee. Apple ha ammorbidito alcune clausole per tendere un ramoscello d’ulivo a Bruxelles. A partire dallo scorso marzo, gli sviluppatori possono offrire app agli utenti dell’Unione Europea non solo attraverso l’App Store di Apple, ma anche da store terzi e dal proprio sito web. Questa è una novità per il DMA. Tuttavia, Apple ha creato una nuova commissione, la “tassa” Core Technology Fee, richiesta a chi, nell’anno precedente, ha offerto un’app scaricata oltre un milione di volte. Per ogni installazione che supera il milione di download, lo sviluppatore dovrà pagare 50 centesimi ad Apple. La società ha dichiarato che il 99% dei developer è esentato da questa tassa. Dell’1% residuo, non dovranno pagare la Core Technology Fee le istituzioni politiche, scolastiche e no profit, oltre a due altre categorie. Sono esentati anche gli sviluppatori che non guadagnano nulla dalla loro app, come studenti e coloro che programmano per hobby senza prevedere monetizzazione attraverso pubblicità o abbonamenti, anche se superano il milione di download.

Le conseguenze per Apple

In Europa, Apple rischia una sanzione del 10% delle entrate globali, una multa che potrebbe arrivare al 20% in caso di violazioni ripetute. Considerando che l’azienda ha registrato un fatturato di 383 miliardi di dollari lo scorso anno, si tratta di una cifra astronomica. Anche negli Stati Uniti, Apple è sotto scrutinio: il Dipartimento di Giustizia l’ha citata in giudizio con l’accusa di aver creato un monopolio illegale nel mercato degli smartphone. Giappone e Gran Bretagna stanno studiando provvedimenti per allentare il controllo di Apple sull’App Store.

Apple Intelligence: un’innovazione bloccata

Nelle scorse settimane, Apple ha annunciato novità importanti per i possessori di iPhone, tra cui l’introduzione di Apple Intelligence, una funzione di intelligenza artificiale che renderà i dispositivi del brand più performanti e idonei a supportare gli utenti nello svolgimento di nuove attività. Tuttavia, gli utenti europei dovranno rinunciare a questa innovazione nell’immediato. La recente legislazione europea, il Digital Markets Act (DMA), rappresenta un ostacolo difficile da superare per l’azienda di Cupertino. Uno dei requisiti richiesti dal DMA è l’interoperabilità, ovvero la compatibilità di software e funzionalità con più sistemi operativi e hardware differenti, permettendo ai consumatori di passare facilmente da un dispositivo di un’azienda a un’altra.

Apple si oppone a questo principio, affermando che potrebbe mettere a rischio una grande quantità di dati e ledere la privacy degli utenti dei dispositivi del brand. Di conseguenza, il rilascio di Apple Intelligence e altre funzionalità come SharePlay e iPhone Mirroring è stato ritardato. Secondo una nota al Financial Times, Apple ha dichiarato che a causa del Digital Markets Act non è possibile rilasciare Apple Intelligence e altre due funzionalità agli utenti Apple in Europa. Alcune funzioni legate ad Apple Intelligence non vedranno la luce nell’UE almeno fino al 2025.

Bullet Executive Summary

In conclusione, la nuova indagine della Commissione Europea contro Apple per la presunta violazione del Digital Markets Act (DMA) evidenzia le tensioni tra l’azienda di Cupertino e le autorità regolatorie europee. La questione della Core Technology Fee e le restrizioni imposte agli sviluppatori di app di terze parti sono al centro del dibattito. La situazione è ulteriormente complicata dal ritardo nel lancio di Apple Intelligence in Europa, dovuto alle nuove normative del DMA. Questo scenario solleva importanti riflessioni sulla necessità di un equilibrio tra innovazione tecnologica e regolamentazione per garantire un mercato digitale equo e competitivo.

La nozione base di tecnologia correlata a questo tema è l’interoperabilità, che si riferisce alla capacità di diversi sistemi e organizzazioni di lavorare insieme (inter-operare). Nel contesto del DMA, l’interoperabilità è fondamentale per garantire che i consumatori possano utilizzare diverse piattaforme senza barriere.

Una nozione di tecnologia avanzata applicabile a questo tema è il concetto di “sideloading”, che permette agli utenti di installare applicazioni da fonti diverse dall’App Store ufficiale. Questo approccio può promuovere la concorrenza e offrire agli utenti più opzioni, ma comporta anche rischi di sicurezza che devono essere attentamente gestiti.

Riflettendo su questi aspetti, è evidente che il futuro del mercato digitale dipenderà dalla capacità di bilanciare l’innovazione con la protezione dei consumatori e la promozione di una concorrenza leale.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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