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- Steam ha chiarito che gli account e i giochi non sono trasferibili, anche in caso di testamento.
- Se un account resta inattivo per troppi anni, Valve può sottoporlo a revisione automatica.
- Quando "acquisti" un gioco su Steam, ottieni una licenza d’uso e non la proprietà effettiva del gioco. La licenza è concessa solo all'individuo e spesso scade alla sua morte.
Il mondo digitale offre comodità senza pari, ma solleva questioni cruciali sulla proprietà e la trasferibilità dei contenuti. Nell’era digitale, lo streaming è diventato un componente fondamentale nel mercato dell’intrattenimento. Film, musica e videogiochi sono accessibili con un clic, offrendo una praticità senza precedenti. Tuttavia, questa rivoluzione tecnologica ha trasformato il nostro modo di consumare media, permettendoci di accumulare collezioni digitali enormi senza bisogno di spazio fisico. Ma questa praticità nasconde una questione critica: chi possiede veramente questi contenuti?
Quando acquistiamo un gioco su una piattaforma come Steam, siamo portati a credere di diventarne i proprietari. In realtà, ciò che possediamo è una licenza d’uso, mentre i giochi rimangono sotto il controllo dell’azienda. Se l’azienda decidesse di chiudere la piattaforma, gli utenti potrebbero potenzialmente ritrovarsi senza i loro titoli preferiti e con una marea di soldi spesi non rimborsati. Questo dibattito prosegue da anni, ma non è mai stata una notizia di piattaforma che chiude lasciando gli utenti senza i contenuti per cui hanno pagato.
La questione della trasferibilità dei giochi digitali
La piattaforma di gaming Steam di Valve ha chiarito la sua posizione sulla trasferibilità degli account e dei giochi. Secondo il supporto di Steam, “gli account e i giochi di Steam non sono trasferibili”. Questo significa che la tua collezione di giochi andrà persa con te. Anche se volessi trasferire l’account tramite testamento, Steam non fornirà accesso a terzi né permetterà di unire i contenuti con un altro account.
Acquistare giochi su Steam significa ottenere una licenza, non la proprietà effettiva. Questa posizione non è una novità. In passato, Steam ha risposto a domande simili, affermando che “il tuo account è tuo e solo tuo”. È possibile condividere i giochi con i membri della famiglia, ma non è consentito trasferire la proprietà dell’account. Steam non ha modo di sapere se hai lasciato le credenziali di accesso ai tuoi eredi. L’accordo di sottoscrizione di Steam è chiaro: non è consentito rivelare, condividere o trasferire l’account, a meno che non sia autorizzato da Valve. Questo accordo limita la possibilità di trasferire legalmente i giochi digitali.
Alcuni utenti dei forum di Steam hanno ipotizzato che Valve potrebbe consentire il trasferimento dell’account se richiesto tramite testamento, ma Valve non ha confermato questa possibilità. Una soluzione parziale potrebbe essere lasciare in eredità il computer con i giochi scaricati e installati, ma se il destinatario volesse trasferire i giochi su un altro dispositivo o reinstallarli in caso di guasto del disco rigido, legalmente non sarebbe possibile.
Il destino degli account digitali post-mortem
La questione dell’eredità digitale tocca anche il mondo dei videogiochi. Si discute su cosa succede, e cosa dovrebbe succedere, alla libreria di Steam quando si passa a miglior vita. La risposta è presto detta: un addetto del supporto tecnico di Valve ha confermato che i contenuti della libreria non sono trasferibili, nemmeno in caso di testamento. Gli account degli utenti che non ci sono più rimangono inutilizzati e impossibili da consultare.
Per ciò che dovrebbe succedere, la questione diventa più complicata. La prima soluzione è banale: scrivere login e password e predisporre che in caso di decesso queste informazioni arrivino all’erede designato, che non dovrà cambiare i dettagli e i dati chiave. Ma questo escamotage potrebbe avere vita breve: con l’avvento di funzionalità e accorgimenti per la sicurezza della piattaforma, come l’autenticazione a due fattori, sapere il nome utente e la password potrebbe non essere sufficiente. Per ora, la 2FA su Steam non è obbligatoria, ma non è detto che sarà sempre così.
Steam ha precisato che se un account rimane inattivo per troppi anni potrebbe essere sottoposto automaticamente a revisione o indagine. Grandi piattaforme come Meta/Facebook e Google hanno una complicata serie di regole e clausole per gestire queste casistiche: l’erede di un utente deceduto può richiedere la disattivazione dell’account con cancellazione dei dati, e in alcuni casi ottenere alcuni dati personali generati. Tuttavia, gli acquisti digitali muoiono con l’utente: molti servizi contemplano questa eventualità specifica, seguendo la linea di principio generale che l’account non è trasferibile.
Il problema della proprietà dei beni digitali
Ricordate la storia (finta) di Bruce Willis che voleva citare in giudizio Apple per non poter trasferire la sua collezione musicale su iTunes ai figli? La questione è ancora aperta e vale anche per Steam. La proprietà di beni digitali ha un grosso problema: cosa succede a musica, film e videogiochi quando lasceremo questo mondo? Potranno passare ai nostri eredi o resteranno con noi, appesantendo il nostro bagaglio nel viaggio verso il regno di Osiride?
Il supporto di Steam propende per la seconda ipotesi, anche in caso di testamento. La materia è complicata, ma cerchiamo di capire le alternative. Un utente di Steam ha scritto al supporto della piattaforma chiedendo se potrà lasciare nel testamento i giochi comprati sulla piattaforma agli eredi. La risposta è stata perentoria: account e giochi di Steam non sono trasferibili. Il supporto di Steam non può fornire accesso all’account o unire i contenuti con un altro account. Questo non è il primo caso in cui su Steam viene posta la stessa domanda, e non riguarda solo Steam.
Nel 2012 rimbalzò la notizia che Bruce Willis aveva intenzione di citare in giudizio Apple per l’impossibilità di trasferire ai figli la sua libreria di iTunes. La notizia era falsa, ma il problema è reale e ha implicazioni profonde. Noi possediamo realmente i beni digitali? Il concetto stesso di beni digitali crea un problema. Una spiegazione interessante sulla questione definisce i beni digitali come beni elettronici di un individuo accumulati durante la sua vita, che possono essere foto, file mp3 o giochi su Steam.
Molti credono che cliccando sul pulsante “acquista” in un negozio digitale come Steam, i beni diventino di loro proprietà, come un maglione o un prosciutto, ma non è così. Quando “acquisti” un gioco su Steam, acquisti una licenza non trasferibile per giocare a quel titolo. La licenza è concessa solo a quell’individuo e spesso scade alla sua morte. In campo legale, niente è bianco e nero. Nel caso di Bruce Willis, l’articolo parlava di una possibile soluzione: le copie legali. Se un file musicale è su un iPod, il file scaricato su quel dispositivo potrebbe passare ai discendenti del proprietario deceduto. Tuttavia, se si volesse scaricare i contenuti su un altro dispositivo, non sarebbe possibile. I file sono considerati come copie fisiche trasferibili solo se associati a un dispositivo e un account.
In passato, Valve ha consentito il passaggio di proprietà, senza distinzione tra file scaricato o meno. I termini di utilizzo di Steam recitano: “Non puoi rivelare, condividere o consentire ad altri di utilizzare la tua password o il tuo account, salvo quanto autorizzato da Valve. Non puoi vendere o addebitare ad altri il diritto di utilizzare il tuo Account, o trasferire il tuo Account, né puoi vendere, addebitare ad altri il diritto di utilizzare o trasferire alcun Abbonamento diverso da quanto consentito dal presente Accordo.”
Bullet Executive Summary
In conclusione, la questione della proprietà e della trasferibilità dei beni digitali rimane complessa e irrisolta. La posizione di Steam e di altre piattaforme digitali è chiara: gli account e i contenuti digitali non sono trasferibili, nemmeno in caso di testamento. Questo solleva importanti interrogativi sulla reale proprietà dei beni digitali e sulle implicazioni legali e morali di tali politiche.
Per comprendere meglio questa problematica, è utile conoscere la nozione di licenza d’uso in ambito tecnologico. Quando acquistiamo un contenuto digitale, non ne diventiamo proprietari, ma otteniamo solo una licenza per utilizzarlo. Questa licenza è spesso soggetta a restrizioni che ne limitano la trasferibilità e la durata.
Un concetto tecnologico avanzato correlato è quello dell’autenticazione a due fattori (2FA), che aggiunge un ulteriore livello di sicurezza agli account digitali. Sebbene non sia obbligatoria su tutte le piattaforme, la 2FA potrebbe complicare ulteriormente la questione della trasferibilità dei contenuti digitali in caso di decesso dell’utente.
Riflettendo su queste tematiche, possiamo chiederci: quanto realmente possediamo i nostri beni digitali? E come possiamo garantire che il nostro patrimonio digitale possa essere trasmesso ai nostri eredi? Queste domande ci invitano a considerare nuove soluzioni e a rivedere le nostre abitudini di consumo digitale, per assicurarci che il nostro lascito digitale possa essere gestito in modo equo e sicuro.