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- L'incremento del 52% nel giro d'affari dell'IA in Italia nel 2023, raggiungendo i 760 milioni di euro.
- La proposta della Commissione intelligenza artificiale per l'informazione di creare un registro per i contenuti utilizzati dagli algoritmi, per garantire una monetizzazione equa per gli editori.
- La preoccupazione per l'occupazione dei giornalisti in modalità "compilativa", minacciata dall'avanzamento degli algoritmi.
L’intelligenza artificiale (IA) sta vivendo una vera e propria corsa all’oro in Italia, coinvolgendo un numero sempre maggiore di startup e aziende pronte a sfruttare le potenzialità di questa tecnologia rivoluzionaria. Tra queste, iGenius si distingue per il lancio imminente di “Modello Italia”, una versione nazionale di ChatGPT addestrata sul supercomputer Leonardo del Cineca. Questo progetto sottolinea l’importanza di nutrire i modelli di IA con dati accurati e sicuri, un compito che aziende come Aindo e Datacrypto stanno portando avanti con successo, focalizzandosi rispettivamente sulla creazione di informazioni sintetiche e sulla protezione dei dati attraverso la crittografia.
Il Contributo delle Startup e delle Aziende Quotate
Le startup italiane non sono le uniche protagoniste di questa rivoluzione. Anche le aziende quotate in Borsa, come eViso, Almawave, e Datrix, stanno giocando un ruolo cruciale, dimostrando che l’IA è diventata un’attività principale per diverse realtà imprenditoriali. Questo fermento si riflette anche nei numeri: secondo l’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, il giro d’affari dell’IA in Italia ha registrato un incremento del 52% nel 2023, raggiungendo un valore di 760 milioni. Un dato che conferma l’IA come pilastro fondamentale per il futuro industriale del paese, al pari di digitalizzazione e sostenibilità.
Le Sfide Legali e Occupazionali
La crescita esponenziale dell’IA solleva però anche questioni legali e occupazionali importanti. La “Commissione intelligenza artificiale per l’informazione”, guidata dal teologo Paolo Benanti, ha evidenziato come i giganti dell’IA stiano sfruttando i contenuti editoriali e artistici prodotti dagli umani, spesso senza un equo compenso per gli editori. Per affrontare questa problematica, la Commissione propone l’introduzione di un registro aggiornato che indichi i contenuti utilizzati dagli algoritmi, garantendo così una monetizzazione a favore degli editori. Inoltre, la questione dell’occupazione emerge con preoccupazione, soprattutto per i giornalisti che lavorano in modalità “compilativa”, i quali potrebbero vedere il proprio lavoro minacciato dall’avanzamento degli algoritmi.
Bullet Executive Summary
L’intelligenza artificiale rappresenta senza dubbio una delle frontiere tecnologiche più promettenti e sfidanti del nostro tempo, con l’Italia che si posiziona come un attore attivo e innovativo in questo panorama. La creazione di modelli nazionali come “Modello Italia” di iGenius, insieme agli sforzi di startup e aziende per garantire la sicurezza e la privacy dei dati, evidenzia l’impegno del paese verso lo sviluppo di un ecosistema di IA sostenibile e avanzato. Tuttavia, le sfide legali e occupazionali sollevate dalla Commissione Benanti ricordano che il progresso tecnologico deve essere gestito con attenzione, garantendo equità e protezione per tutti gli attori coinvolti. In questo contesto, una nozione base di tecnologia correlata all’IA è la crittografia, essenziale per la protezione dei dati. Una nozione più avanzata è rappresentata dai Large Language Models (LLM), che stanno alla base di innovazioni come ChatGPT, dimostrando come l’IA possa non solo emulare ma anche amplificare le capacità umane, aprendo scenari futuri di grande impatto sia sul piano tecnologico che sociale.