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- 100% obbligatorio dichiarare le criptovalute indipendentemente dall'importo posseduto.
- Nuovo quadro W nel modello 730 del 2024 per il monitoraggio fiscale delle cripto-attività.
- L'imposta IVACA è pari al 2 per mille del valore delle criptovalute possedute.
- 12 euro è la soglia minima sotto la quale non c'è obbligo di pagamento dell'imposta sul valore delle cripto-attività.
La mancata dichiarazione delle criptovalute può comportare sanzioni significative per gli investitori. Molti possessori di criptovalute sono convinti che non vi sia obbligo di dichiarazione o che esistano limiti minimi sotto i quali non è necessario dichiarare. Tuttavia, la realtà è ben diversa. La dichiarazione delle criptovalute è obbligatoria da anni, grazie alle circolari dell’Agenzia delle Entrate e alla Legge di Bilancio 2023. Indipendentemente dagli importi in gioco, ogni cripto-investitore deve compilare il quadro RW e consegnarlo entro la scadenza prevista.
Se non si è mai svolta questa operazione, è importante sapere che le autorità fiscali sono abili nel tracciare i movimenti. Per questo motivo, il supporto di un professionista del settore diventa indispensabile. È un errore comune pensare che sotto un certo importo le criptovalute non vadano dichiarate. La somma non conta: siano 100, 1000 o 100.000 dollari in bitcoin, Cardano o Dogecoin, tutti i cittadini diligenti devono dichiarare le proprie criptovalute per evitare sanzioni.
Per evitare errori, è consigliabile mantenere tracciati i movimenti, compilando mensilmente report utilizzando strumenti come Excel o documenti cartacei. Quando arriverà il periodo fiscale, si dovranno fare i conti finali senza ripartire da zero, riducendo il rischio di sbagliare. Software specifici per criptovalute possono seguire i movimenti e automatizzare la fase di tracciatura. Un esempio è Tatax, che prepara tutto ciò che serve per consegnarlo direttamente al commercialista, con la sicurezza di non commettere errori.
È importante scattare screenshot o fotografie degli importi dei wallet nei momenti più importanti dell’anno, come il 31 dicembre, per fornire prove tangibili alle autorità in caso di verifica fiscale. In caso di dubbio, è meglio avere un’abbondanza di materiali, poiché l’onere della prova è a carico del cittadino. Facendo le cose per bene, non c’è nulla da temere. L’investitore medio non ha nulla da nascondere né ha commesso reati: deve solo curare la precisione e godersi i frutti del duro lavoro svolto.
Criptovalute nella Dichiarazione dei Redditi 2024: Tutte le Novità
Con l’avvicinarsi della scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi, i possessori di criptovalute, NFT e altre cripto-attività devono affrontare gli obblighi di dichiarazione e tassazione relativi a questi asset. La dichiarazione dei redditi 2024, riferita al periodo d’imposta 2023, è la prima a riflettere le novità introdotte dalla legge di bilancio per il 2023. La compilazione del modello Redditi (o 730) assume particolare importanza.
Una delle principali novità riguarda i modelli di dichiarazione. Fino al 2023, i contribuenti che presentavano il modello 730 dovevano inviare separatamente i quadri RW e RT del modello Redditi PF per dichiarare le criptovalute. Con il modello 730 del 2024, è stato introdotto il monitoraggio fiscale nel modello stesso, inserendo il quadro W, l’omologo del quadro RW per il modello Redditi, per dichiarare le cripto-attività possedute e assolvere l’imposta sul valore delle cripto-attività.
Il quadro RW del modello Redditi ha subito modifiche significative. Per i contribuenti che hanno compilato i quadri RW relativi ai periodi d’imposta 2022 e precedenti, sarà necessario prestare particolare attenzione nella compilazione del modello relativo al periodo d’imposta 2023. Le novità includono l’istituzione di un codice ad hoc per le cripto-attività (codice 21), l’aggiornamento della casella 10 per considerare i giorni di detenzione delle cripto-attività e l’introduzione di altre caselle per indicare il credito d’imposta e l’imposta calcolata sulla base del periodo di possesso.
Imposta di Bollo Criptovalute
Una delle novità che può generare confusione tra gli investitori è l’imposta di bollo sulle criptovalute, nota come imposta sul valore delle cripto-attività (IVACA). Questa tassa deve essere pagata dai detentori di criptovalute indipendentemente dal cashout, ed è generata dal possesso degli asset. L’IVACA ammonta al 2 per mille (0,2%) del totale dichiarato l’anno precedente e si basa sui giorni di detenzione delle coin e dei token, nonché sul loro valore nel corso del tempo.
Il calcolo della media ponderata può risultare complesso, soprattutto per chi effettua molte operazioni. Tuttavia, software come Tatax possono risolvere questo problema, calcolando l’importo da versare in automatico e evitando di pagare importi superiori. L’imposta va versata direttamente dall’investitore, tranne che per gli investimenti in DeFi, holding su hardware wallet e staking. Gli exchange Binance e Young Platform sono gli unici in Italia a applicare l’imposta di bollo in automatico e a versarla al posto del cliente, prelevando il dovuto dai capitali depositati.
Chiunque detenga criptovalute deve pagare l’IVACA, salvo coloro per cui l’ammontare della tassa è inferiore a 12 euro. Se l’imposta ammonta a meno di 12 euro, nulla è dovuto. Da un’imposta pari a 12 euro e fino a 51,65 euro, si paga con scadenza il 30 giugno. Se l’imposta supera 51,65 euro, entrano in gioco gli acconti. La fiscalità italiana prevede l’anticipo delle tasse dell’anno successivo. Fino a 257,52 euro di imposta, l’acconto va versato in un’unica soluzione entro il 30 giugno. Sopra 257,52 euro, è possibile rateizzare l’acconto in due blocchi: il primo, al 40% del dovuto, da pagare entro il 30 giugno; il secondo, il restante 60%, da versare entro il 30 novembre.
Bullet Executive Summary
In conclusione, la dichiarazione delle criptovalute e l’imposta sul loro valore rappresentano aspetti cruciali per gli investitori. È fondamentale essere consapevoli delle normative vigenti e delle scadenze per evitare sanzioni. La precisione nella compilazione dei modelli dichiarativi e l’uso di strumenti tecnologici possono facilitare il processo, garantendo il rispetto delle leggi fiscali.
*Nozione base di tecnologia correlata: La tracciabilità delle transazioni in criptovalute è resa possibile grazie alla tecnologia blockchain, che garantisce trasparenza e sicurezza.
Nozione di tecnologia avanzata:* L’uso di smart contracts su piattaforme blockchain come Ethereum può automatizzare il calcolo delle imposte e la loro dichiarazione, riducendo ulteriormente il rischio di errori e semplificando il processo per gli investitori.
Riflettendo su queste considerazioni, è evidente come la tecnologia possa giocare un ruolo fondamentale nel rendere più agevole e sicura la gestione delle criptovalute, sia dal punto di vista fiscale che operativo.