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- 17% di perdita del valore del mercato cripto in 24 ore il 5 agosto 2024.
- Ethereum ha subito una delle peggiori giornate di trading dal 2021.
- Il rialzo dei tassi d'interesse della Banca del Giappone di 25 punti base, il più alto dal 2007.
- La disoccupazione statunitense ha deluso le aspettative con un tasso del 4,3% contro il previsto 4,1%.
- Jump Trading ha venduto 274 milioni di dollari di Ethereum.
Lo scorso 5 agosto, il mercato delle criptovalute ha subito una drammatica perdita del 17% del suo valore in appena 24 ore. Ethereum ha registrato la sua giornata peggiore dal punto di vista del trading dal 2021. Ma cosa ha causato questo brusco e improvviso crollo? Come spesso accade, non c’è un’unica causa, ma una concatenazione di fattori che si sono verificati simultaneamente, sia all’interno che all’esterno dell’universo cripto.
Tra i fattori esogeni che hanno causato un aumento della volatilità su tutti i mercati, il primo che dobbiamo citare è l’aumento dei tassi d’interesse di 25 punti base da parte della Banca del Giappone. Con questo rialzo, il più alto dal 2007, che è arrivato subito dopo la fine di un periodo lungo 8 anni di tassi reali negativi, tra gli investitori si è diffusa la netta sensazione che il paese possa entrare in recessione. Allo stesso tempo, gli stessi investitori hanno dovuto rivedere considerevolmente le loro strategie di carry trading, riallocando gli asset.
Contemporaneamente, sull’altra sponda del Pacifico, sono stati divulgati i dati sulla disoccupazione statunitense, la quale si è attestata al 4,3%, deludendo le aspettative (il tasso atteso era del 4,1%); con i redditi non agricoli a 114 mila dollari contro i 175 mila attesi. Questa serie di eventi ha quindi provocato il panico sui mercati e ha fatto correre ai ripari gli investitori. Non è un caso che, mentre i maggiori indici USA facevano registrare delle perdite (Dow Jones -1,51%, S&P -1,84%, Nasdaq -2,43%), si registrava un acquisto particolarmente aggressivo di obbligazioni, ritenute da tutti un’asset class meno rischiosa.
Venendo all’universo cripto, questo è stato danneggiato anche dai recenti sviluppi del conflitto in Medio Oriente. Non è insolito che le riserve di valore reagiscano negativamente a questo tipo di eventi; infatti, l’oro lo scorso 5 agosto ha perso il 3%. Inoltre, se si osserva la correlazione mensile tra BTC e ETH con l’S&P 500, si nota che questa è rispettivamente dello 0,28 e dello 0,43, il che conferma non solo che c’è stato un effetto spillover negativo dalla finanza tradizionale al mondo cripto, ma anche che la correlazione tra questi due comparti è aumentata, probabilmente anche a causa della maggiore accessibilità agli asset digitali a seguito dell’approvazione degli ETF.
Infine, Ethereum è stato colpito anche dalle vendite del valore di 274 milioni di dollari da parte di un grande player di mercato come Jump Trading, che ha rimosso molte risorse in staking tra il 25 luglio e oggi, verosimilmente per acquistare stablecoin.
Il Panico e la Ripresa dei Mercati
Se si va ad analizzare quanto accaduto sui mercati il giorno dopo il crollo, sembra che quanto abbiamo visto sia stato effettivamente un momento di panico, le cui perdite sono state subito ampiamente appianate: il Nikkei 225 ha registrato più del 10%, il market cap complessivo del comparto cripto è cresciuto dell’8,8% e anche il Nasdaq 100 ha conseguito un rassicurante +1,5%. Tuttavia, quanto accaduto ci deve aiutare a ricordare che simili eventi possono verificarsi e sconvolgere certezze che ritenevamo granitiche e gli asset digitali non sono immuni a certe dinamiche.
Il lunedì nero dei mercati finanziari non ha risparmiato neanche le criptovalute. Da un lato Bitcoin è sceso sotto i 50mila dollari arretrando del 15%. La percentuale si alza al 19% se parliamo di Ethereum, colpita inoltre dalla massiccia vendita da 274 milioni di dollari per mano di Jump Trading, società di trading ad alta frequenza. Si compone dunque uno scenario estremamente delicato, con circa 900 milioni di dollari in criptovalute liquidate nell’arco di 24 ore.
Molte le riflessioni, i commenti e le letture che sono state fatte dopo il Black Monday del 5 agosto 2024. Alla base di questo tracollo resistono le continue minacce geopolitiche, oltre che le incertezze legate alle prossime mosse della Fed. Ma ci sono anche le ultime mosse del Giappone in tema di tassi tra i temi chiave.
Partiamo proprio dalle principali cause che hanno innescato il sell-off di lunedì. Tutto ha inizio in Giappone, dove la Banca centrale opta per un rialzo dei tassi d’interesse di 25 punti base, raggiungendo la soglia più alta mai vista dal 2007 ad oggi. Una mossa vista con pericoloso sospetto da parecchi investitori con titoli e valute giapponesi in portafoglio, che fiutando aria di recessione hanno deciso di disinvestire in massa. Provocando un drastico crollo del prezzo dei titoli del settore tecnologico e dell’intelligenza artificiale, come Apple e Nvidia, acquistati precedentemente proprio con i proventi delle transazioni in yen.
Dall’altra parte del mondo, però, la situazione non era più serena. Visto che i dati sulla disoccupazione negli Stati Uniti registravano un deludente 4.3%, ossia il livello più alto registrato in quasi tre anni. Fra i principali colpevoli, le dita degli investitori si sono rivolte alla Fed, accusata di esercitare una pressione troppo forte sull’economia statunitense mantenendo alti i tassi d’interesse.
Nei giorni successivi i mercati hanno iniziato a riprendersi. Proprio ieri la stessa Bank of Japan (BoJ) ha rassicurato i mercati con parole decisamente ‘dovish’. Il vicegovernatore della BoJ, Shinichi Uchida, ha inviato un forte e chiaro segnale accomodante ai mercati: “Credo che per il momento la BoJ debba mantenere l’allentamento monetario con l’attuale tasso di interesse di riferimento, visti gli sviluppi estremamente volatili nei mercati finanziari e dei capitali, in patria e all’estero”.
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Tre Scenari Possibili per il Futuro delle Criptovalute
Dopo la bufera, è finalmente tornato al momento il sereno sui mercati. Con una propensione al rischio in crescita rispetto a lunedì, che premia in particolare Piazza Affari con un guadagno ieri del 2,33%, sostenuta in particolare dalla performance positiva del settore bancario. Nel frattempo, 21Shares delinea in un apposito report tre possibili scenari realizzabili, una per ogni reazione riscontrabile sui mercati in base a determinate scelte di politica monetaria adottate a livello internazionale.
Nell’ipotesi più favorevole, l’eventualità in cui i dati sull’inflazione pubblicati il prossimo 14 agosto siano migliori rispetto alle attese potrebbe spingere la Fed a tagliare i tassi d’interesse dello 0,5% o addirittura dello 0,75% il prossimo 18 settembre. Inoltre, supponiamo anche che al dibattito presidenziale del 10 settembre Donald Trump faccia emergere le sue posizioni pro-cripto contro una Kamala Harris che ancora non si è schierata. In questo caso, i precedenti storici ci dicono che il rimbalzo di breve periodo potrebbe essere tra il 10% e il 40% e anche che gli investitori saranno disposti a detenere criptovalute nei loro portafogli per periodi di tempo potenzialmente più lunghi.
Al contrario, in uno scenario sfavorevole in cui il conflitto in Medio Oriente si aggrava ulteriormente e l’inflazione USA rimane alta, questo farebbe perdere le speranze per un taglio dei tassi da parte della Fed nel 2024 e la predisposizione ad acquistare asset rischiosi sarebbe notevolmente compromessa. Inoltre, un ulteriore ostacolo per gli afflussi negli asset digitali sarebbe rappresentato dal costo maggiore del debito, che minerebbe ulteriormente le possibilità di una ripresa economica. Se ciò dovesse verificarsi, allora potremmo assistere a ulteriori ondate di vendite, con ulteriori perdite di valore aggregato fino al 10%-15%.
Passando ad uno scenario più neutrale, nel caso in cui al taglio dei tassi di 25-50 punti non segua un ulteriore ribasso nel breve termine, potremmo assistere a una detenzione di criptovalute nei portafogli per periodi di tempo potenzialmente più lunghi, ma con un rimbalzo di breve periodo più contenuto, tra il 5% e il 10%.
Bullet Executive Summary
Il recente crollo del mercato delle criptovalute ci ricorda che le dinamiche economiche globali possono avere un impatto significativo su questo settore. Le decisioni di politica monetaria, come l’aumento dei tassi d’interesse da parte della Banca del Giappone, e i dati economici, come quelli sulla disoccupazione negli Stati Uniti, possono scatenare reazioni a catena che influenzano non solo i mercati tradizionali ma anche quelli digitali.
In questo contesto, è importante comprendere che le criptovalute, nonostante la loro natura innovativa, non sono immuni alle turbolenze economiche globali. La correlazione crescente tra i mercati tradizionali e quelli cripto evidenzia la necessità di una strategia di investimento diversificata e ben ponderata.
Una nozione base di tecnologia correlata al tema principale dell’articolo è la blockchain, la tecnologia sottostante alle criptovalute come Bitcoin ed Ethereum. La blockchain è un registro digitale decentralizzato che garantisce la trasparenza e la sicurezza delle transazioni.
Una nozione di tecnologia avanzata applicabile al tema dell’articolo è il DeFi (Decentralized Finance), un ecosistema di applicazioni finanziarie costruite su blockchain che mira a rivoluzionare il settore finanziario tradizionale rendendolo più accessibile e trasparente. La DeFi offre servizi come prestiti, trading e assicurazioni senza intermediari centralizzati, ma è anche soggetta a volatilità e rischi simili a quelli osservati nei mercati cripto.
In conclusione, mentre il mondo delle criptovalute continua a evolversi, è essenziale rimanere informati e preparati per navigare attraverso le sue complessità e opportunità.