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- Il primo impianto ha mostrato problemi con il dispositivo che si è staccato parzialmente dal cervello del paziente, richiedendo interventi correttivi.
- Neuralink ha migliorato l'algoritmo e la procedura chirurgica per prevenire problemi futuri, aumentando la stabilità dell'impianto e migliorando la gestione dello spazio sotto l'impianto.
- Elon Musk prevede di impiantare il dispositivo in dieci pazienti entro l'anno, con una nuova generazione di dispositivi che potrebbe raddoppiare la capacità di trasmissione.
Elon Musk, cofondatore di Neuralink, ha recentemente annunciato che l’azienda è pronta a fare un significativo passo avanti nella ricerca neurotecnologica. Un secondo paziente riceverà l’innovativo chip cerebrale sviluppato da Neuralink. Questa notizia arriva dopo la prima sperimentazione che ha incontrato alcuni ostacoli, con il dispositivo che si è staccato parzialmente dal cervello del primo partecipante. Musk ha rivelato che sono state apportate modifiche alla procedura chirurgica e al posizionamento del dispositivo per prevenire problemi simili in futuro.
Il dispositivo di Neuralink rappresenta una frontiera avanzata nelle interfacce cervello-computer (BCI). Progettato per essere inserito nel cranio, l’apparecchio è dotato di fili flessibili più sottili di un capello umano, che si estendono nel tessuto cerebrale per captare impulsi neurali. Il primo prodotto mira a permettere alle persone paralizzate di controllare dispositivi esterni con il pensiero. Musk ha anche menzionato lo sviluppo di un secondo prodotto che potrebbe restituire parzialmente la vista alle persone non vedenti.
Prima Sperimentazione e Risultati
Noland Arbaugh è stato il primo a ricevere l’impianto cerebrale da Neuralink. Dopo l’intervento, Arbaugh è riuscito a muovere un cursore su uno schermo usando il pensiero, aprendo nuove possibilità per la navigazione in internet e l’utilizzo della posta elettronica. Tuttavia, settimane dopo l’intervento sono emersi problemi con l’impianto, che hanno richiesto interventi correttivi.
In risposta ai problemi, Neuralink ha apportato miglioramenti all’algoritmo e alla procedura chirurgica. L’obiettivo è ridurre le complicazioni future migliorando la stabilità dell’impianto attraverso una migliore gestione dello spazio sotto l’impianto e una maggiore profondità d’inserimento dei fili nel tessuto cerebrale. Con le lezioni apprese dalla prima sperimentazione, Neuralink si appresta ad ampliare la ricerca includendo altri partecipanti negli studi clinici. L’ambizione di Musk è di impiantare il dispositivo in dieci pazienti entro quest’anno, lavorando su una nuova generazione di dispositivi che promette di raddoppiare la capacità di trasmissione grazie all’aumento del numero di fili ed elettrodi.
Modifiche e Prossimi Passi
Neuralink sta cercando di non incappare negli stessi inconvenienti con il secondo partecipante alla sperimentazione. “Vogliamo assicurarci il maggior numero di progressi possibile con ogni paziente Neuralink”, ha spiegato Musk durante una diretta streaming su X, il social media precedentemente noto come Twitter. I dirigenti dell’azienda hanno spiegato che dopo l’intervento nel cranio di Arbaugh è rimasta intrappolata dell’aria, che potrebbe aver contribuito al distaccamento dei fili.
Matthew MacDougall, responsabile della neurochirurgia di Neuralink, ha dichiarato che l’azienda sta adottando misure per eliminare la sacca d’aria nel secondo volontario e prevede di inserire i fili più in profondità nel tessuto cerebrale e di tracciarne il movimento. Inoltre, i chirurghi dell’azienda intendono “modellare la superficie del cranio” del prossimo paziente per “ridurre al minimo lo spazio sotto l’impianto e avvicinarlo al cervello, eliminando parte della tensione sui fili”.
Musk ha aggiunto che quest’anno spera di impiantare il dispositivo di Neuralink in un numero di pazienti “vicino a dieci”. Secondo quanto riportato nel registro online degli studi clinici ClinicalTrials.gov, l’azienda programma di arruolare tre partecipanti nella sperimentazione attuale. L’imprenditore ha rivelato che Neuralink sta lavorando a un impianto di nuova generazione con 128 fili, ognuno con otto elettrodi, una modifica che “potenzialmente raddoppierà la capacità di trasmissione se precisi nel posizionamento dei fili”.
Una Rivoluzione Tecnologica in Corso
Neuralink, società di neurotecnologie fondata da Elon Musk, sta facendo passi da gigante nel campo dell’interfaccia cervello-computer. L’annuncio recente prevede che in futuro le persone potrebbero ottenere “superpoteri” cibernetici grazie ai chip impiantati nel cervello. Questi avanzamenti, ancora in fase sperimentale, richiederanno tempo prima di diventare una realtà quotidiana.
La tecnologia di Neuralink è affascinante e complessa: si tratta di sviluppare e perfezionare microelettrodi sottilissimi che si interfacciano con i neuroni umani per leggere e influenzare l’attività cerebrale. I microelettrodi sono collegati a un chip che funge da tramite tra il cervello e un dispositivo esterno. L’obiettivo finale di Neuralink è di curare malattie neurologiche, migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità e ampliare le capacità cognitive umane, trasformando il modo in cui interagiamo con il mondo tecnologico.
Il concetto è semplice ma rivoluzionario: impiantare un chip nel cervello umano per creare un’interfaccia diretta tra mente e computer. Secondo Musk, i potenziali “superpoteri” derivanti da questa tecnologia potrebbero includere il controllo di robot con il pensiero. Questo controllo mentale potrebbe rivoluzionare l’assistenza sanitaria, l’industria manifatturiera e l’esplorazione spaziale, aprendo nuove possibilità per l’automazione e l’efficienza operativa.
Bullet Executive Summary
Neuralink ha impiantato il primo chip in un paziente umano, un passo cruciale per la validazione della tecnologia. Tuttavia, l’esperimento non è stato privo di problemi. Il dispositivo ha riscontrato un problema hardware significativo, staccandosi potenzialmente dal cervello del paziente settimane dopo l’intervento chirurgico. Questo evento ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza e l’affidabilità degli impianti a lungo termine.
La sfida principale per Neuralink è di garantire che gli impianti rimangano stabili e funzionanti nel corpo umano per lunghi periodi senza causare danni o disagi. Gli scienziati e gli ingegneri dell’azienda stanno lavorando per risolvere questi problemi, cercando soluzioni innovative per migliorare l’adesione e la durata del dispositivo. Nonostante il contrattempo, Musk ha dichiarato che Neuralink prevede di impiantare il chip in un secondo paziente umano entro la prossima settimana. La rapidità degli interventi sottolinea la determinazione dell’azienda a progredire rapidamente e a risolvere i problemi emersi durante i primi test.
La velocità con cui Neuralink sta avanzando è una testimonianza della dedizione del team e della pressione delle aspettative legate alla promessa di una tecnologia rivoluzionaria. Ogni nuovo impianto rappresenta un’opportunità per raccogliere dati, testare nuove ipotesi e affinare tecniche chirurgiche e di ingegneria. Il feedback dei pazienti è fondamentale per comprendere l’esperienza umana con questi dispositivi e apportare miglioramenti continui. È chiaro che Neuralink non intende rallentare, e ogni passo avanti è un passo verso un futuro in cui tecnologia e corpo umano sono perfettamente integrati.
*Nozione base di tecnologia: Le interfacce cervello-computer (BCI) sono sistemi che permettono una comunicazione diretta tra il cervello umano e un dispositivo esterno, come un computer o un arto robotico. Questi sistemi sono progettati per aiutare persone con disabilità a interagire con il mondo esterno utilizzando solo il pensiero.
Nozione avanzata di tecnologia*: La neuroplasticità è la capacità del cervello di riorganizzarsi formando nuove connessioni neurali. Questo concetto è fondamentale per il successo delle BCI, poiché il cervello deve adattarsi all’interfaccia e viceversa. La comprensione e l’implementazione della neuroplasticità possono migliorare significativamente l’efficacia e la durata degli impianti BCI, rendendo possibile una simbiosi più fluida tra intelligenza umana e digitale.