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- La truffa della telefonata persa inganna le vittime con chiamate brevi, addebitando cifre spropositate per le richiamate.
- La truffa della 'N' sul display del cellulare sfrutta l'NFC per intercettare i pagamenti, svuotando i conti delle vittime.
- Il Wangiri 2.0 aumenta i costi delle richiamate con squilli più lunghi, colpendo principalmente le aziende internazionali.
- Nel 2023, il phishing ha visto un incremento, con truffe via email che rubano dati bancari e personali.
La Nuova Truffa della Telefonata Persa: Un Pericolo Imminente
La nuova truffa della telefonata persa sta mietendo milioni di vittime, sfruttando la tecnologia per ingannare gli utenti. Questa frode digitale, perpetrata da esperti criminali senza scrupoli, utilizza mezzi di comunicazione per aggirare vittime ignare. L’allarme è arrivato da cittadini onesti frodati, che a causa di questo raggiro hanno perso tutti i loro risparmi. Persone sono rimaste al verde facendo una semplice telefonata con il proprio cellulare: ecco come i truffatori riescono a imbrogliare gli utenti.
La truffa della telefonata persa, conosciuta anche come frode dello squillo, si sviluppa grazie a un meccanismo semplice ma efficace, sfruttando il telefono. I criminali effettuano milioni di telefonate che durano pochi istanti, uno o due squilli al massimo. Quando la vittima trova una chiamata persa e tenta di richiamare per vedere di chi si tratta, scatta l’inganno. Nel momento in cui prova a ricontattare questi numeri, parte una telefonata automatica che non riceve risposta. Lo squillo che si sente dall’altro capo del telefono non è quello tradizionale di una telefonata senza risposta, ma un rumore registrato per tenere in linea la vittima. In questo modo, alla vittima vengono addebitate cifre spropositate, lasciandola con il credito del cellulare a zero.
Per non farsi imbrogliare, è fondamentale non ricontattare numeri sconosciuti. Se si commette l’imprudenza di richiamare, dopo uno squillo a vuoto, bisogna riagganciare il più presto possibile.
La Truffa della “N” sul Display del Cellulare
Gli hacker inventano continuamente nuovi modi per ingannare gli utenti. Una delle truffe più recenti riguarda la comparsa della lettera “N” sul display del cellulare. Negli ultimi anni, i tentativi di truffa e frode da parte di hacker e cyber criminali digitali sono aumentati. Questi individui inventano nuovi raggiri per ingannare gli utenti, rendendo fondamentale essere vigili.
La lettera “N” appare sulla barra di stato del dispositivo e indica che è attiva la funzione NFC (Near Field Communication), utilizzata per i pagamenti tramite smartphone. Gli hacker possono sfruttare questa tecnologia per intercettare i codici di pagamento e svuotare i conti delle vittime. Per effettuare la frode, il truffatore deve essere vicino al dispositivo per la trasmissione dei dati.
Per proteggersi dalla truffa della “N”, è importante sapere come disattivare l’NFC sul proprio smartphone. I passaggi sono i seguenti:
- Accedere alle impostazioni del telefono.
- Selezionare “Connessioni” o “Rete e connessioni”.
Questa operazione bloccherà gli hacker e ridurrà i rischi di ulteriori attacchi. I nostri dispositivi, come cellulari, smartphone e tablet, sono costantemente connessi a Internet, esponendoci a rischi di virus e malware. La maggior parte di essi è dotata di sistemi di sicurezza avanzati che proteggono la privacy degli utenti, ma è essenziale rimanere informati sui nuovi metodi di truffa e adottare misure preventive per proteggere i propri dati personali e finanziari.
Wangiri 2.0: La Nuova Truffa del ‘Mini Squillo’
La truffa Wangiri 2.0 sta spopolando, riportando alla ribalta le ondate di truffe telefoniche e digitali. Questa frode telefonica consiste nell’effettuare un gran numero di chiamate brevi a potenziali vittime, indirizzandole a numeri premium con tariffe elevate per ogni minuto di conversazione o a servizi a pagamento. La differenza principale rispetto alla versione precedente è nello ‘squillo’: quando la vittima richiama, lo squillo dura più a lungo, aumentando i costi.
Le vittime di questa frode sono principalmente aziende che effettuano chiamate internazionali, come call center e servizi di assistenza clienti di grandi imprese. Queste aziende hanno tassi di richiamata più elevati e i loro servizi clienti richiamano numeri sconosciuti più frequentemente. Per questo motivo, è fondamentale informare i dipendenti sui pericoli di queste frodi, aumentando la consapevolezza per prevenire perdite finanziarie.
Per proteggersi dal Wangiri 2.0, il primo passo è capire il funzionamento delle truffe e riconoscerle per evitarle. La maggior parte degli smartphone può identificare se le chiamate sono “spam” e bloccarle automaticamente. Se questa funzione non è disponibile, esistono app come Truecaller, disponibile per Android e iOS, che identificano e bloccano automaticamente le chiamate sospette. Molti operatori telefonici offrono questi servizi nei loro pacchetti di sicurezza. Un metodo efficace per evitare di cadere nel Wangiri 2.0 è non richiamare numeri sconosciuti, specialmente internazionali.
Truffe Online: Come Difendersi con i Consigli della Polizia Postale
Tra le minacce informatiche più note e in voga rientra il phishing, una pratica con lo scopo di rubare informazioni e dati privati degli utenti che navigano sul web. Nel corso del 2023, sono stati registrati numerosi attacchi di questo genere. Il phishing può essere definito come una sorta di inganno che si sviluppa a partire dall’hacker, il quale sfrutta la paura e l’ingenuità dell’utente per condurlo in una trappola digitale. L’obiettivo è sottrarre informazioni importantissime come credenziali bancarie o documenti d’identità, per effettuare azioni illegali all’insaputa della vittima.
Un esempio comune è la vendita di prodotti inesistenti utilizzando il nome e il cognome della vittima della truffa. La truffa avviene principalmente tramite email. Il mittente inserisce un nome credibile, come quello di una banca o delle poste, e scrive un testo che avvisa riguardo a un problema di sicurezza legato all’account della vittima, risolvibile attraverso un link contenuto nel testo. È difficile accorgersi della differenza tra il sito ufficiale della banca o delle poste e quello creato e controllato dall’hacker, poiché quest’ultimo è riprodotto fedelmente. L’utente adescato cade nella trappola, inserendo i propri dati inconsapevole di regalarli al criminale.
Oltre al danno, c’è anche la beffa: è possibile che dopo aver visitato il sito, il cellulare rimanga infetto da virus come malware e trojan horse. Altre piattaforme su cui vengono effettuate queste attività di phishing includono Facebook, Microsoft Corporation e PayPal. I tentativi di truffa sui social network spesso coinvolgono proposte legate a vantaggiosi finanziamenti che non vanno mai a buon fine. Gli utenti possono ricevere messaggi via WhatsApp o SMS che promettono di dare accesso a somme di denaro in tempi rapidi, illudendoli con vantaggi rispetto a un istituto di credito.
La regola d’oro è sempre la stessa: è importante riflettere, scegliere piattaforme affidabili e non condividere informazioni personali su canali non sicuri. Per difendersi dalle truffe online, esistono diversi mezzi per risolvere queste problematiche, ma prevenire è meglio che curare. La Polizia Postale ha stilato un elenco di consigli utili per evitare problemi di questo tipo. Prima di cliccare su un link, è bene leggere attentamente l’indirizzo email da cui è arrivato il messaggio, copiarlo e inserirlo nella barra degli indirizzi del browser per controllarne la veridicità. Questo vale anche per riconoscere un e-commerce affidabile da uno che non lo è.
È consigliabile utilizzare carte ricaricabili e non lasciarsi attrarre da sconti inverosimili. È meglio utilizzare connessioni sicure e, se possibile, evitare di utilizzare Wi-Fi pubblici o connessioni sconosciute non dotate di password di protezione. Per una maggiore sicurezza, si può installare una VPN per cifrare il traffico e stare più tranquilli. È importante verificare che la connessione sia HTTPS e controllare il nome del dominio nella pagina aperta. Le compagnie ufficiali non richiedono mai informazioni di questo tipo via email, quindi non bisogna condividere dati personali con terze parti.
Se si è stati vittime di un attacco di phishing, anche se non si è caduti nella trappola, non costa nulla effettuare una denuncia presso il sito del commissariato di Polizia di Stato online, per aiutare altre persone a non cadere nella stessa trappola.
Bullet Executive Summary
In conclusione, le truffe digitali sono in costante evoluzione e rappresentano una minaccia significativa per la sicurezza dei nostri dati personali e finanziari. La truffa della telefonata persa, la truffa della “N” sul display del cellulare, il Wangiri 2.0 e il phishing sono solo alcune delle tecniche utilizzate dai criminali per ingannare le vittime. È essenziale rimanere informati sui nuovi metodi di truffa e adottare misure preventive per proteggersi.
Una nozione base di tecnologia correlata al tema principale dell’articolo è l’importanza di utilizzare connessioni sicure e di verificare sempre la veridicità delle comunicazioni ricevute. Ad esempio, controllare che la connessione sia HTTPS e verificare il nome del dominio nella pagina aperta può aiutare a evitare truffe online.
Una nozione di tecnologia avanzata applicabile al tema dell’articolo è l’utilizzo di una VPN (Virtual Private Network) per cifrare il traffico e aumentare la sicurezza durante la navigazione online. Le VPN possono proteggere i dati personali dagli hacker e ridurre il rischio di cadere vittima di truffe digitali.
Rimanere vigili e informati è la migliore difesa contro i cyber criminali. Conoscere i metodi di truffa e adottare misure preventive può fare la differenza tra essere una vittima e rimanere al sicuro. La tecnologia può essere sia un’arma che uno scudo, e sta a noi utilizzarla in modo consapevole e responsabile.