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Scopri il Terzo Pollice Robotico Che Potenzia le Tue Abilità Manuali

Il Third Thumb rivoluziona la robotica, offrendo un potenziamento delle capacità umane. Scopri come potrebbe trasformare la tua vita quotidiana.
  • 98% dei partecipanti hanno utilizzato con successo il Third Thumb già al primo tentativo.
  • La fascia d'età dai 17 ai 33 anni ha ottenuto le migliori prestazioni nei test.
  • Solo 13 persone su quasi 600 non sono riuscite a padroneggiare il dispositivo.
  • Il Third Thumb permette di eseguire complessi compiti manuali come suonare la chitarra o sostenere uno smartphone con una sola mano.

Il progetto Third Thumb rappresenta un significativo passo avanti nella tecnologia robotica, mirato a potenziare le capacità umane. Questo dispositivo, sviluppato dall’Università di Cambridge e presentato in diverse pubblicazioni, tra cui Science Robotics, è un terzo pollice robotico stampato in 3D che si indossa sul lato ulnare della mano destra, speculare al vero pollice. Il supporto si installa sul palmo della mano e viene fissato con cinghie regolabili, mentre un meccanismo di trasmissione del movimento è fissato al polso. La versione ufficiale del Third Thumb è alimentata a batterie posizionate a livello del bicipite e i comandi di movimento vengono trasmessi wireless da sensori di pressione posti sotto gli alluci delle scarpe. La pressione sul sensore destro fa piegare il pollice robotico verso il palmo della mano, mentre quella sul sinistro lo muove verso le dita biologiche. Il movimento è proporzionale alla pressione esercitata e il rilascio della pressione riporta il terzo pollice nella posizione originaria.

Oltre i Limiti Biologici Umani

Il Third Thumb non è stato pensato per supplire a una mancanza, ma come un potenziamento delle capacità umane. Sebbene i futuri sviluppatori abbiano intenzione di testarlo anche con persone con disabilità, l’obiettivo principale è quello di aumentare la destrezza e la forza della mano umana. Chi ha testato il dispositivo nelle fasi precoci dello sviluppo ha constatato con sorpresa la sua utilità, tanto che, una volta terminato il test, ne avrebbe sentito la mancanza. Il Third Thumb sembra conferire una presa sicura sugli oggetti, permettendo di sostenere uno smartphone e digitare con una sola mano, o di eseguire accordi complessi su una chitarra.

Interazione Umano-Macchina

Il progetto Third Thumb non è solo lo sviluppo di un dispositivo potenzialmente utile, ma anche un’indagine sul rapporto tra esseri umani e macchine. Nel 2021, un gruppo di ricerca ha indagato su come il cervello umano risponde all’utilizzo di un’estensione artificiale del corpo, dimostrando che ci adattiamo facilmente alla percezione e all’utilizzo del dito in più. La rappresentazione della mano nella corteccia cerebrale senso-motoria cambia facilmente, e una volta tolta la protesi, i cambiamenti cerebrali scompaiono. Un aspetto fondamentale nello sviluppo di questa nuova tecnologia è l’inclusività. Tamar Makin, responsabile del progetto di ricerca, ha sottolineato che la tecnologia sta cambiando la definizione di essere umani, con macchine che diventano parte della nostra vita quotidiana, delle nostre menti e dei nostri corpi. È fondamentale considerare come aiutare tutte le persone, in particolare le comunità emarginate spesso escluse dalla ricerca e sviluppo dell’innovazione.

Un Progetto di Co-Sviluppo col Pubblico

Nel 2022, il team di Makin e Clode ha portato il Third Thumb fuori dal laboratorio per testarlo, presentandolo alla Royal Society Summer Science Exhibition. Quasi 600 persone, di età compresa tra i 3 e i 96 anni, hanno avuto l’opportunità di provarlo. Il dispositivo, disponibile in due taglie, è stato modificato per questioni pratiche e igieniche. Sul totale delle persone, solo 13 non sono riuscite a padroneggiare il Third Thumb, principalmente perché il dispositivo non si adattava bene alla mano o perché non riuscivano a controllare i sensori di pressione. Durante la prova, agli utenti è stato lasciato un minuto di tempo per prendere dimestichezza con il dispositivo e raccogliere pioli da un pannello forato utilizzando solo il terzo pollice, riponendoli in un cestino nell’arco di 60 secondi. 333 partecipanti hanno completato questo compito. Un ulteriore esercizio, che richiedeva di manipolare oggetti di diverse forme e riporli nel cestino, è stato superato da 246 partecipanti. Analizzando i risultati, il team ha concluso che il 98% dei partecipanti è riuscito a manipolare con successo gli oggetti al primo utilizzo, senza differenze significative tra sessi o particolari abilità manuali. Tuttavia, è emersa una differenza basata sull’età: i bambini dagli 11 anni in giù hanno ottenuto prestazioni inferiori rispetto ai bambini più grandi, mentre la fascia d’età con i risultati migliori è stata quella dei giovani adulti (dai 17 ai 33 anni). Le prestazioni calavano linearmente con l’età tra gli adulti più anziani, un effetto forse dovuto alla diminuzione delle capacità senso-motorie e cognitive associate all’invecchiamento.

Bullet Executive Summary

Il Third Thumb rappresenta una rivoluzione nel campo della robotica e delle protesi, offrendo un potenziamento delle capacità umane che va oltre i limiti biologici. Questo dispositivo, facile da usare e adattabile, ha dimostrato di poter essere padroneggiato in meno di un minuto dalla maggior parte delle persone, indipendentemente dal sesso o dalle abilità manuali. Tuttavia, le prestazioni variano con l’età, con i giovani adulti che ottengono i migliori risultati. Il progetto sottolinea l’importanza dell’inclusività nello sviluppo tecnologico, mirato a garantire che tutti possano beneficiare dei progressi della scienza.

In conclusione, il Third Thumb non solo amplia le capacità motorie, ma stimola anche una riflessione profonda sul rapporto tra esseri umani e tecnologia. La nozione base di tecnologia correlata a questo tema è la robotica indossabile, che si riferisce a dispositivi robotici progettati per essere indossati e integrati nel corpo umano per migliorare le capacità fisiche. Un ulteriore concetto avanzato è la neuroplasticità, che descrive la capacità del cervello di riorganizzarsi formando nuove connessioni neurali in risposta all’apprendimento e all’esperienza. Questo progetto dimostra come la neuroplasticità possa essere sfruttata per adattarsi rapidamente a nuove estensioni del corpo, aprendo la strada a innovazioni future che potrebbero trasformare radicalmente la nostra interazione con il mondo.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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